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La pala: come un bisturi per un chirurgo o una penna per uno scrittore

L`azienda vi aspetta al Sigep padiglione B7 stand 095

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Lilly Codroipo, specializzata in attrezzature per pizzeria racchiude in sé, come altre realtà, il fascino dell’imprenditorialità italiana che parte da un uomo e si trasferisce alle generazioni future.
Della storia e dell’evoluzione dell’azienda parliamo con i titolari, i fratelli Elena e Matteo Margarit che, nell’intervista che seguirà, ricordano con amore figliare e grande stima la figura del loro padre Renato, pietra fondante dell’azienda, da poco scomparso.

Matteo, come nasce Lilly Codroipo e come s’è evoluta sino ad oggi?
«All’inizio degli anni ‘80, nostro padre Renato Margarit, che già si cimentava nelle vendite di articoli in ferro battuto, ebbe una strana richiesta fuori dalle solite: gli commissionarono una pala per pizza.
azienda-lilly-4.jpgAncora giovane, si affidò alla manifattura di queste palette ad una bottega artigiana di Udine; ma poiché iniziarono ad aumentare le commesse decise di fare il prodotto lui stesso.
Le conoscenze tecniche le aveva studiate, doveva solo metterle in pratica.
Con le proprie forze e l’aiuto della moglie e dei famigliari più stretti aprì un’officina sotto casa e qui cominciò a fabbricare gli articoli essenziali per il pizzaiolo. Per capire meglio come fare gli attrezzi si iscrisse ad un corso per pizzaioli e da qui apprese come migliorare i suoi prodotti. Per testare il prodotto consegnava l’attrezzo a dei pizzaioli fidati che una volta utilizzato riportavano commenti e critiche. La piccola officina cominciava ad essere stretta e la mole di lavoro aumentava sempre più. La gamma dei prodotti era sempre più completa e dopo qualche anno si dovette prendere il primo magazzino in affitto per meglio lavorare e servire i clienti, che ormai erano diventati tanti. Renato Margarit con la sua energia curava le vendite e lo studio dei prodotti e dagli inizi degli anni ‘90 anche la sua famiglia (in primis Erica e Elena) fu coinvolta nella gestione dell’ormai riconosciuta azienda Lilly Codroipo.
Nel 1996 arrivò il grande passo, l’acquisto di uno stabile nella zona industriale, dove tuttora l’azienda ha sede. Poi arrivò l’automatizzazione della produzione, pur mantenendo sempre l’attenzione della mano artigiana.
Da alcuni anni sono entrato a far parte della forza lavorativa dell’azienda anche io, nell’area vendite».

Elena, fu una vera e propria rivoluzione per il mondo pizza passare dalla pala in legno a quella in alluminio?
«Il mondo delle attrezzature per pizzerie in trent’anni si è sviluppato anche grazie a Renato Margarit, che ha lavorato in un mondo dove esisteva solo la pala in legno, mentre Renato, nostro padre, ha studiato e migliorato la pala in metallo. Le prime pale in realtà erano in acciaio inox, poi si è pensato all’alluminio per la leggerezza. Questo ha permesso al pizzaiolo di ridurre i tempi di lavorazione. Nostro padre da quando ha incontrato il mondo pizza se n’è innamorato e per questo ha lavorato con piacere per migliorarlo».
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Elena, quali sono le caratteristiche delle produzioni di Lilly Codroipo?
«I prodotti che da sempre ha cercato di produrre Renato Margarit sono costruiti con materiali di prima scelta e curati nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso. La merce generalmente viene timbrata con il logo aziendale, che conferisce la tracciabilità del prodotto, e questa è una garanzia per chi acquista. Il colore giallo è stato scelto da Renato come colore aziendale e ora possiamo dire che è stata anche questa una scelta indovinata. La qualità e la serietà premiano sempre e nel tempo dopo oltre 30 anni possiamo vederne ancora i frutti».

Matteo, la produzione Lilly Codroipo è 100% made in Italy. Immaginiamo che questo sia un orgoglio che va espresso con forza.
«Il made in Italy “prodotto in Italia” o dovremmo dire “made in Friuli”, perché è da questa regione che escono i prodotti, è perfettamente in linea con la filosofia di Renato Margarit, che ha da sempre ha portato in alto il valore di fare le cose in casa senza ricorrere a strutture forse più economiche, ma che sviliscono il prodotto perché non curato.
Renato diceva che una pala pizza è come un bisturi per un chirurgo o un penna per uno scrittore, deve essere ben fatta perché è lo strumento di lavoro del pizzaiolo. Diciamo grazie a Renato non solo come padre, ma come uomo e imprenditore: in trent’anni ha speso la sua creatività e la sua energia per il mondo della pizza, sempre con serietà e rispetto di tutti».

www.lillycodroipo.com

 

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09/01/2015

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